Viaggio – 16

Ho provato a prorompere in una fragorosa risata, giusto per spiazzarla e porre fine alla scaramuccia, ma non ha funzionato. Il malumore si è spento con il tempo, come di solito fa il buonumore.

Siamo in salita già da mezz’ora: tornante dopo tornante (odio i tornanti) siamo finalmente sulla vetta. Fermo l’auto e scendiamo. Guardo giù, nella valle.

«Quanto verde» dice.
«Proprio vero. Ed i rami di quegli alberi hanno la stessa forma dei miei vasi sanguigni.»
«Estremamente poetico.»
«C’è poco da sfottere. Si vede che alla vita piace quella forma. Prenditela con il designer, se ha poca fantasia.»
«Senti, quanto manca? Inizio ad essere stufa di questo viaggio.»
«Non lo so; se proprio devo essere onesto (e mi pesa), nei confronti di questo viaggio nutro solo una speranza indistinta che in qualche modo finirà. Da qualche parte, o contro un muro.»

Lunghi attimi di silenzio.

«Quando sono salita in auto eri diverso.»
«Credi?»

Provo a prorompere in una fragorosa risata, giusto per spiazzarla e porre fine alla tensione, ma non funziona. Tentiamo un’altra strada.

«Torniamo indietro.»
«Indietro? Dopo tutta questa strada?»
«E dov’è il problema? Almeno non corriamo il rischio di perderci!»

Giro l’auto e la invito a salire. Accetta, un po’ titubante.

Già mi vengono le lacrime agli occhi pensando a tutti i posti che ho abbandonato, e che tra poco rivedrò.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *