Archeofilia

La vignetta del 5 giugno di eriadan ha scaraventato anche me nella frenetica ricerca di informazioni sepolte nel passato. Ovviamente, mi ha anche scaraventato in mezzo a domande sul senso della ricerca nel passato, seguendo un ben noto meccanismo ricorsivo cui avevo accennato in passato.

Preso da google-frenesia, ho la sensazione di poter recuperare con arbitraria precisione frammenti della mia infanzia. Quando la scheggia è stata ritrovata, nella migliore delle ipotesi viene congelata in un angolo del mio hard disk. Nella peggiore, rivive qualche istante per poi essere nuovamente dimenticata fino al prossimo decennio, quando la ricerca sarà ancora più dura ed il ricordo ancora più flebile.

E’ più divertente cercare che non trovare. Un attimo di stupore, e quando si è recuperato il frammento già ci si chiede a cosa potrebbe servire. Una breve evocazione, la testimonianza di aver vissuto, la fiducia nella capacità della memoria di conservare, più o meno inalterato, ciò che pare destinato a morire.

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