La pagina dell'oracolo

KaosMaster

Dungeon

Era sicuro dell'esistenza di un'entrata di servizio, non era possibile che i proprietari della fortezza si facessero nove livelli sotterranei per raggiungere la stanza del tesoro, alla fine aveva trovato uno stretto cunicolo, un lungo pozzo che probabilmente portava direttamente all'ultima stanza.

La discesa era stata lunga e difficile, il pozzo, poco più di un budello, era lungo, tortuoso e scivoloso, aveva dovuto calarsi con molta cautela e la dura roccia non rendeva agevole piantare i chiodi per la discesa. Infine giunse al termine del pozzo, sbucando dal soffitto di quella che appariva una galleria, si lasciò cadere a terra, il suo corpo affusolato e snello si accucciò al suolo ammortizzando l'impatto con il pavimento.

Estrasse un globo luminoso della tasca, l'oggetto fluttuava a mezz'aria a circa un metro e settanta centimetri dal suolo e poteva muoverlo a piacimento con la forza del pensiero in un raggio di un metro, era un aggeggio molto utile che gli consentiva di avere le mani libere.

Proseguì con cautela lungo il corridoio, le pareti erano scavate nella nuda roccia, lisce, compatte e all'apparenza indistruttibili, percorse diversi metri, alla fine si accorse che il corridoio terminava con una parete cieca.
Si concentrò un attimo, mormorò un incantesimo e poi rifece il percorso al contrario, all'improvviso, a circa metà del corridoio, vide un varco nella destra della parete, era ampio circa tre metri e la parete appariva trasparente lungo tutta la sua ampiezza, attraversò il muro illusorio e prosegui lungo il nuovo corridoio.

Vi trovò una pesante porta di ferro con una serie di decorazioni, vi erano raffigurati dei rampicanti che attorniavano, situata al centro della porta, una testa di drago sporgente con le fauci spalancate.
La serratura era all'interno della bocca, analizzò la figura in rilievo, come immaginava vi era un meccanismo a scatto inoltre aveva notato due piccoli fori nei denti del drago, probabilmente inoculavano veleno al malcapitato che avesse cercato di scassinare la porta.
Iniziava a sospettare che la serratura fosse solo uno specchietto per le allodole, probabilmente era un altro il sistema per aprire la porta, analizzò il resto delle decorazioni, individuando in mezzo ai rampicanti due foglie mobili, le premette contemporaneamente e la porta si aprì.

Improvvisamente si ritrovò davanti a due occhi rossi che lo fissavano intensamente, rimase come congelato da quella vista. Un cane da guardia.
Un enorme mastino lo stava guardando minaccioso, la bava gli colava dalle lunghe zanne e gli occhi lampeggiavano di una ferocia primordiale, era muscoloso e grosso come un pony, l'aver aperto la porta l'aveva messo in allarme, fortunatamente l'incantesimo d'invisibilità lo nascondeva completamente ai suoi sensi. Il cane capiva che qualcosa non andava, ma non riusciva a capire cosa e rimase a fissare il globo luminoso a mezz'aria.
La situazione appariva bloccata, doveva proseguire, la porta dall'altra parte della stanza conduceva al tesoro, d'altro canto il cane continuava a fissare il globo pronto ad abbaiare o peggio appena questo si fosse mosso. Improvvisamente ebbe un'idea, pronunciò un incantesimo d'illusione nel momento stesso in cui apparve un finto globo, chiuse il pugno intorno a quello reale. Il cane non si era accorto di nulla e continuava a fissare il globo luminoso, per quanto esistesse solo nella sua mente.

Si avvicinò alla seconda porta, schermando con il proprio corpo la luce del globo, in modo che il cane non potesse essere distratto dall'illusione, la serratura non presentava nulla di particolare e la scassinò senza problemi. Non voleva però correre inutili rischi e appoggiò l'orecchio alla porta, senti un rumore sommesso che proveniva dall'altra parte, avvicinò l'occhio alla serratura.

Incredibile. Un enorme Troll stava dormendo seduto su una grande cassa, con la schiena appoggiata alla parete, non aveva mai visto gente cosi protettiva in anni di onesta carriera. Sicuramente il Troll si sarebbe allarmato appena aperta la porta, era un bel problema. Non aveva mai affrontato prima un Troll guardiano, ma sapeva da quanto si diceva in giro, che erano grandi combattenti e meno stupidi di quanto si potesse supporre ad una prima occhiata.
Infine decise di passare all'azione, la serratura era abbastanza larga da far passare la più sottile tra le sue cerbottane, la infilo nella serratura e inserì un dardo bagnato con una dose abbondante di succo delle bacche del sogno, un potente sonnifero naturale. Soffiò con forza e il dardo si conficcò nel petto grigiastro del Troll, all'apparenza sembrava non essersi accorto di nulla. Apri lentamente la porta, invocando su di se tutte le protezioni possibili, il Troll non si mosse, rimase profondamente addormentato. Richiuse lentamente la porta.
Ora si trattava solo di spostarlo dalla cassa, estrasse una pergamena e iniziò a leggere un complicato incantesimo, lentamente il Troll iniziò a galleggiare a mezz'aria, si era già staccato di una decina di centimetri dalla cassa, continuava a dormire, sembrava non accorgersi di quanto gli stava capitando.
Poi lo spostò in orizzontale di una ventina di centimetri e lo depose dolcemente sul pavimento.
Tirando un grosso sospiro di sollievo, si sedette sulla cassa e si teletrasportò immediatamente fuori di lì, era fatta.

Una luce azzurrognola rischiarava debolmente il locale.
Si staccò il collegamento neurale.
Estrasse il minicd dorato osservando i giochi di luce causati dal neon. Non potè trattenersi dal baciarlo, con soddisfazione, certo bisognava ancora de-criptarlo, ma oramai il file sorgente era suo.

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