Spazi vettoriali

Prima le parole complesse. Le parole semplici sono un sollievo per chi non conosce, ma sono una semplificazione troppo brutale per chi conosce: sto per parlare di spazi vettoriali.

Ed ora le parole semplici.

«Quarto piano, prima porta a sinistra»
«Abbastanza alto, magro, zigomi molto marcati, occhi azzurro ghiaccio»
«Fragola, nocciola e cioccolato, con panna»

Tre piccoli esempi che provano a dare la percezione intuitiva di quanto sia profondo il concetto di spazio vettoriale, di come non se ne possa fare a meno per dare un nome alla realtà (e dare un nome significa comunicare, significa ricordare, significa possedere).

Prendo uno spazio (l’aspetto fisico), stabilisco una base (altezza, corporatura, un insieme di caratteristiche del viso) e posso esprimere qualsiasi punto dello spazio come una combinazione degli elementi della base. Talmente naturale che non mi accorgo neppure di farlo.

Il difficile è la scelta della base. Trovare una base significa aver trovato l’origine, aver compreso l’ingranaggio.

Il concetto matematico è giustamente rigoroso, l’applicazione all’indagine del mondo molto più artigianale. L’artigianalità del metodo non ha impedito all’uomo di imporre una base su qualsiasi cosa capitasse a tiro, compresi istinti e sentimenti.

Yin e Yang, ha detto qualcuno tempo fa. Non esiste che femminile e maschile, in parti diverse. Che base può essere più potente e versatile di questa? E’ il fondamento del nostro respiro, questa meravigliosa (dolororsa?) dicotomia.

Una sequenza di Yin e Yang, ha detto qualcun altro. Coppie di Yin e Yang, triplette, esagrammi… le dimensioni aumentano, e copro anche quell’angolo di cielo o quell’amore non corrisposto o i popoli in tumulto con il mio divino codice.

Maschile, femminile ed un manipolo di menti ha aggiunto un fulcro. Riflettiamo questa tripletta dentro di noi, sopra di noi ed in tutto il cosmo ed otteniamo nove fuochi. Condiamo con un decimo, la condensazione dei primi nove, ed abbiamo ancora una base. Tra le più feconde: la risposta barocca dell’occidente all’ordinato mosaico orientale. Talmente barocca che dieci non basta, e prevediamo anche qualcosa al di fuori della nostra capacità di capire: Ain, Ain Soph ed Ain Soph Aur.

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