Sensibilità

Sarebbe bello poter semplicemente parlare. Sono felice? Lo dico. Sono triste? Lo dico. Vorrei spaccarti il grugno? Lo dico.

Non è così facile. Ci sono persone che aspirano a poterlo fare, perché non ci riescono a causa di un’indole particolare. Ci sono persone che lo fanno, e provocano danni di varia entità in coloro che non lo sanno fare o che non se lo aspettano. Già, poiché la comunicazione è priva di rischi solo se entrambe le parti sono solide: in caso contrario, il più debole tra i due viene danneggiato.

Quando c’è asimmetria, si sta sul chi vive: se teniamo all’interlocutore, dovremo controllare accuratamente il nostro linguaggio ed i nostri gesti. Lo stesso dovrà fare l’altra parte in causa, poiché la sensibilità è in parte un parametro globale, in parte concentrata in aree tematiche ben precise.

Controllare accuratamente il contenuto ed il contenitore di ciò che si espone richiede energie: non sempre si hanno le risorse per farlo. In questi casi ci si può lasciare andare ed inibire i freni, talora con gravi conseguenze, o si può rinunciare alla comunicazione, con conseguenze di solito più gravi.

A causa della complessa trama di rapporti sociali che anche il più solitario tra noi è costretto a gestire, ed a causa del fatto che praticamente tutti abbiamo delle zone sensibili da proteggere, possono verificarsi situazioni a catena nelle quali le energie investite per gestire una persona vengono sottratte alla gestione di altre. Per evitare situazioni di questo tipo, molti preferiscono rapporti interpersonali superficiali.

Non approfondendo la reciproca conoscenza oltre un certo limite si è sicuri di mantenere la comunicazione a debita distanza da zone sensibili, e si possono risparmiare energie. Fortunatamente sono ben poche le persone che riescono a non aprirsi a nessuno. Ciò ci rende meno solitari, ma più soggetti ai problemi economici di cui sopra.

Il fuggire dalla comunicazione crea situazioni grottesche. Entrambe le parti finiscono con l’interpretare la stessa realtà con sfaccettature molto diverse: ad esempio, quella che per uno dei due è un’offerta di aiuto viene interpretata come una minaccia.

Le reazioni possono diventare esagerate, i gesti assumono significati diversi da quelli usuali, la paranoia regna sovrana. La sofferenza porta all’astio, astio che invece di venire compreso e disinnescato provoca reazioni violente, rotture, litigi. Che di solito sono molto più crudi di quanto dovrebbero, proprio perché le barriere accuratamente costruite per evitarsi danni reciproci vengono abbattute. La comunicazione degenera in un brutale incontro di pugilato, ed anche qui il più debole rischia molto.

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