Percezione a corto raggio

La natura di macchine da polling è ancora più manifesta in un ciclo di controlli continuo, che fa da sfondo a qualsiasi pensiero razionale – ad un livello più basso di quello di altri pensieri di natura ossessiva di cui sporadicamente parlerò. Ma torniamo ai controlli ciclici.

Sono banali, ovviamente, ma non ne conosco l’entità su soggetti diversi da me stesso. Si tratta di:

  • controllo sulla posizione del portafogil
  • controllo sulla posizione del cellulare
  • controllo sulla posizione delle chiavi di casa

a questi tre controlli vanno aggiunti, nel caso di un viaggio in treno,

  • controllo sulla posizione dello zaino
  • controllo sulla posizione della giacca

Poiché ogni controllo è ciclico e richiede una certa quantità di risorse di elaborazione, è evidente che è meglio non aumentare il numero di oggetti che potenzialmente possono essere persi o lasciati in giro per evitare di trasformarsi in vegetali, una volta esaurite le risorse e raggiunta la soglia di attenzione zero.

Commenti

4 risposte a “Percezione a corto raggio”

  1. Avatar fra

    uuhh… sai che sta cosa la raccontavo proprio ieri sera?

    solitamente, per risparmiare risorse, quando esco di casa mi fisso una costante N pari al numero di accessori che ho con me (configurazione standard: chiavi, cellulare, portafoglio, palmare.. altri accessori possono essere: jo-jo, pallette da giocoliere, mazzo di magic, portatile, fidanzata)

    Poi, in seguito a eventi tipo uscita da un locale, ingresso in un negozio, scadenza di un timeout o cose simili conto il numero di oggetti che ho addosso, solitamente senza distinguere tipo il palmare da portafoglio (ho un oggetto nella tasca destra, uno nella tasca posteriore e due a sinistra, ioltre tengo per mano una fanciulla che non oppone resistenza, se N=5 allora tutto bene)

    Il polling piu’ stretto succede in situazioni particolari, tipo se sono in vespa e’ moolto piu’ frequente il controllo, perche’ e’ facile che mi cadano gli oggetti dalle tasche…

  2. Avatar oracolo

    La cosa mi solleva: allora non è una malattia!
    Anche io tendo molto al numerico; in alcuni casi ho dimenticato di prendere le chiavi, ad esempio, perché avevo il portaspiccioli (un oggetto in più del solito).
    In altri casi dimentico oggetti proprio a causa della fanciulla che non oppone resistenza: poiché le affido chiavi o portafoglio cancello quegli elementi dalla lista dei polling… e se in seguito me li restituisce e non aggiorno la lista perché sono sovrappensiero, corro il serio rischio di non notare se perdo qualcosa.
    Quando sono sotto stress o devo reagire a qualche stimolo improvviso, interrompendo il polling per reagire all’interrupt, il meccanismo si inceppa in due modi: dimentico oggetti o rischio infarti perché mi sembra manchi qualcosa che in realtà è al proprio posto.
    Per completare il quadro clinico cito lo spiacevole caso in cui i pantaloni sono troppo larghi, e devo continuamente infilare una mano in tasca per controllare che l’oggetto sia ancora al proprio posto, colto ogni volta da un senso di ansietà.
    (Quest’ultima frase non è un doppio senso, ma praticamente un senso unico. Non era voluto.)

  3. Avatar fra

    io quando ho i calzoni larghi mi dedico spesso al balletto “mano destra sulla chiappa destra, mano sinistra sulla chiappa sinistra, mano destra sulla tasca destra, mano sinistra sulla tasca sinistra, giravolta, ricomincia!”

  4. Avatar g
    g

    confermo la visione del polling numerico che permette di sostituire oggetti e dimenticarne altri data la non verificabilità della loro natura nel processo.
    se qualcuno inventasse un sistema semplificato o più accurato di polling potrebbe trarne grossi guadagni e avvicinarsi più rapidamente all’illuminazione, possedendo per primo più cicli da dedicare ad altri pensieri.

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