Pensiero magico

Ho un’intera categoria, qui, di articoli incomprensibili.

Il nome non è casuale: so di essere poco comprensibile anche quando cerco di esserlo, non perché il mio cervello macini chissà quali concetti ma perché sono poco versato nell’arte di mostrare i collegamenti tra i pensieri – per lo più futili e ripetitivi, ma non divaghiamo – che popolano la mia voce interiore.

Un tema ricorrente all’interno degli articoli incomprensibili è il pensiero magico. Mi riferivo ad esso in Paradigm Shift e tutte le volte in cui ho scritto di Yesod.

Ora ho l’opportunità di far parlare qualcun altro al mio posto, e l’occasione è ghiotta. Un articolo che esamina il pensiero magico presta parole sensate ai miei pensieri confusi.

Forti della nostra razionalità, siamo immuni da certe aberrazioni paleolitiche.

Bere acqua da una bottiglia a cui si è tolta l’etichetta, rimpiazzandola con la scritta “VELENO”.

Chiudersi da soli in una stanza in penombra e ripetere per cinque minuti “Dentro all’armadio c’è un mostro orribile, quando aprirò l’armadio mi mangerà”. Dopo cinque minuti aprire l’armadio.

Qualcosa di antico è al lavoro, nel disagio che queste situazioni innocue generano. Qualcosa che non riusciamo del tutto a sopprimere. E’ la via di uscita da situazioni troppo assurde per essere affrontate a colpi di equazioni, è il padre della creatività.

Sogneremo un manichino dorato, sia io che voi, nelle prossime notti: non sarà suggestione, non ci sarà una spiegazione banale. Sarà l’opera della mia potente magia.

Però fate i bravi, quando anche voi sognerete il manichino tornate qui a dirmelo. E non aspettatevi di riavere indietro i soldi se sognate, invece, un koala: la mia magia è potente ma non ama i miscredenti ed i taccagni.

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