Uno, e si apre il cancello al delirio di onnipotenza o alla depressione.
Due va spesso bene, ma richiede un’alchimia che ci vogliono anni per perfezionare.
Tre è bello, ma con disparità di rapporto si tende al rapporto sbilanciato.
Quattro è un buon numero; coppie si creano e si disintegrano, con qualche raro accenno corale.
Cinque è il limite: possono crearsi sacche di ristagno, o coppie perenni, ma qualche colpo sapiente ristabilisce il flusso.
Oltre i cinque si corre un rischio: che le menti da seguire siano troppe. Prime donne monopolizzano l’attenzione, altri subiscono passivamente: chi subisce è insoddisfatto, le prime donne non ricevono realmente nulla di nuovo. Un pavoneggiarsi vano e vanitoso.
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