Numenoreani

Attenzione: seguono luoghi comuni

Ogni tanto ci si imbatte in quella situazione spiacevole di essere l’ultimo, inutile anello di una catena virtuosa.

Passa il tempo, e conosco persone di generazioni precedenti alla mia dotate di quella saggezza e quella forza di spirito che non si imparano a scuola, ma vivendo duramente. Gente che la guardi negli occhi e capisci che ha conosciuto ed amato decine di persone, che ha vissuto un sacco di casini e che è uscita senza un graffio da situazioni nelle quali tu preferiresti non trovarti mai.

Poi conosci persone di generazioni ancora precedenti che ne hanno passate ancora di peggiori, che sembrano essere state schiacciate nel fango così tante volte da averci preso l’abitudine ma si sono sempre rialzate, e non sarà l’ennesima disgrazia a spegnere in loro la voglia di vivere (che tu non hai mai capito se ce l’hai: magari sì, ma è mezza affogata nelle seghe mentali).

Gente che ha tirato su case, ha mantenuto famiglie, ha combattuto guerre e magari qualcuna l’ha vinta.

E tu invece sai principalmente startene qui, a guardare siti come questo, e ti viene da piangere se una sera gli amichetti non ti invitano ad uscire con loro.

Attenzione: seguono luoghi davvero comuni

Di questo passo, dove andremo a finire?

(a me comunque il dubbio viene, luogo comune o meno. Qui sembra davvero di saper solo sprecare dna virtuoso. Che brutta sensazione.)

Commenti

Una risposta a “Numenoreani”

  1. Avatar mothmor
    mothmor

    Il fatto è che, per fortuna, a noi la vita certe sfide non le ha poste. Non siamo stati mandati a lavorare in una tipografia a sette anni, non siamo partiti per la guerra in Africa a 19 anni (Nota: guerra per un ideale che non si condivideva e a cui ci si è opposti con tutte le forze fino all’ultimo), non abbiamo fatto lotte di classe… e ce ne sarebbero ancora tante altre da dire.
    Ma non diciamo che la nostra vita sia più facile, eh. Le nostre sfide sono diverse, sono più subdole. Per noi non si tratta di cose tangibili e tragiche come sopravvivere nel deserto con scarponi e divisa di lana pesante, con pochissima acqua da dividere con compagni malati di sifilide, pr noi la sfida è sopravvivere ad una vita con orari allucinanti, con la solitudine e il sentirsi sempre e comunque inadeguati alla situazione. Alla fine il problema è sempre quello: sopravvivere. E il male più subdolo è quello che ti nasce dentro. La nostra generazione è la generazione che sta conoscendo il maggior numero di suicidi (folte altamente non attendibile, visto che non ricordo dove l’ho letto) e la cosa mi fa pensare. Forse è meglio avere un nemico diretto contro cui battersi, per dare più valore alla propria vita. Non dico che invidio la vita di persone di due generazioni fa, bada bene. Resta comunque il fatto che combattere contro i mulini a vento non è mai stato facile.

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