Nanomacchine

Si perdono minuti a rimuginare sul gusto dei primi gelati assaggiati e sul numero di tramonti di cui si è stati testimoni, e la catena di pensieri conduce verso “Quanto tempo ho vissuto, e quanto me ne resterà da vivere?” e da lì fino a “Cosa resterà di me?”.
Esercizio per fuggire da deprimenti considerazioni: scegliete la vostra persona preferita (i narcisisti non avranno l’imbarazzo della scelta) ed osservate per qualche tempo i suoi genitori.
In qualche modo conforta vedere che i figli sono una sintesi di due individui. Se ne abbiamo volontà, qualcosa di noi sopravvive su questa palla di pietra. Per alcuni non sarà molto, ma di questo ci ha dotato la natura: da parecchi milioni di anni basta a parecchi milioni di esseri viventi.

O vuoi metterti, proprio tu, a rompere le scatole?

Commenti

2 risposte a “Nanomacchine”

  1. Avatar kwisatz

    Confortante… anche romantico volendo. Ma di sicuro a volte, può non bastare. Soprattutto quando hai ventidue anni o giù di lì, forse in futuro lo capirò meglio ma per ora ho voglia di perpetuare meglio il mio pensiero e lasciare tracce solide :)

  2. Avatar Mothmor

    Sì… Ma se la persona a cui tieni di più sparisse prima di aver lasciato qualcosa di sé? Insomma, se domani mi sveglio e non ci sei più? Cosa mi resta, a parte una disperazione tremenda? In questi giorni ho questa paura assurda e per questo faccio sogni assurdi. Sento che le crisi di anico si riavvicinano e non capisco il motivo di tanta tensione. Forse ho accumulato nei giorni passati e ora devo scaricare la tensione. Non lo so. Buh.

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