Monologo

Ti spiego qual è il problema: che tu non parli con me, ma con l’immagine che hai di me.

Ed è stato faticoso costruirla, perché hai dovuto raccogliere un sacco di informazioni. Via via che le informazioni arrivavano, si delineava il contorno: sempre più preciso.

Nel frattempo non stavo fermo. Non perché ci tenga a dar fastidio, ma perché nessuno sta veramente fermo così a lungo.

Ma il contorno si era già delineato, anche se l’immagine non era finita: dovendo aggiungere dettagli ad un ritratto appena abbozzato, uno che fa? Cerca di farlo in modo da mantenere un minimo di ordine ed equilibrio!

Non potevi mica aggiungere un nasone enorme, o un orecchio destro molto più grande del sinistro, o tre metri di lingua.

Così hai continuato a ritoccare, e l’immagine ha mantenuto una sua certa decenza. Bella non è: ma liscia e levigata, con tutte le sue cosine al posto giusto. E più la levighi, meno mi assomiglia.

Non sarebbe neppure un male, se di quando in quando io non cercassi di ricordarti che ho i canini appuntiti, e tu mi liquidassi dicendo che il tuo ritratto non ce li ha quindi non posso averli neppure io.
Non è poi così grave: sotto sotto, spero che non ti accorga mai che nell’immagine che hai di me lo sguardo è molto più intelligente dell’originale.
E comunque, io non so disegnare ed il tuo ritratto che ho appeso in testa ha narici enormi. Saperlo non mi impedisce di ridere quando lo guardo.

A guardar bene, ho già parlato di cose simili.

Commenti

4 risposte a “Monologo”

  1. Avatar erba

    brutto. io scapperei. se ti vede migliore, ti fa sentire peggiore, no?

  2. Avatar oracolo

    Si può anche scappare, ma non sono sicuro che ci sia un posto dove andare.
    Sostengo l’impossibilità di conoscersi del tutto. Ci sarà sempre qualcuno che mi vede migliore, e qualcuno che mi vede peggiore: io sarò lì ad interpretare malamente ora una parte, ora l’altra.

  3. Avatar Mothmor
    Mothmor

    Io spero di essermi fatta un’idea abbastanza chiara di come tu sia. Sarà che c’è un continuo sforzo nel cercare di vedere ogni sfumatura e ogni cambiamento: a seconda del contesto gli occhi sono più o meno distanti, la bocca è più o meno carnosa, l’espressione è più o meno intensa, cambia in base al mio umore e al tuo ricordo, ma ad ogni mutazione, l’importante è che io ti riconosca sempre. Forse pecco di egocentrismo, ma non vorrei essere io quella con le narici grosse. O meglio, visto che credo di conoscerti abbastanza, sono portata a pensare che non ti riferisci a me nel post, ma mi infastidisce il fatto che da come è scritto, chi passa e legge possa pensare che sia rivolto direttamente a me :/

  4. Avatar oracolo

    Già, dovrei specificare più spesso che quello che scrivo qui è solo la parte finale di una lunga catena mentale; fare assunzioni troppo ovvie su di chi o cosa stia parlando è rischioso.
    Non parlavo di nessuna persona in particolare, era solo una considerazione sulla maggior parte dei rapporti interpersonali (e, per facile estensione, anche dei rapporti fra le persone e le cose, o fra le persone e le idee: per questo il post sull’esperienza è così simile).
    Malefica mania di tralasciare le cose importanti per calcare le mano sui dettagli :/

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