Ecco un miracolo: quando non avviene questo, un flusso continuo di vibrazioni, lettere, parole arriva al mio cervello e disegna una serie di immagini, suoni, emozioni.
Amo il linguaggio. Non lo so usare come vorrei: ascolto e leggo rapito chi, padrone, concentra in una sequenza monodimensionale interi universi.
La bellezza del meccanismo, come forse notava il mio amico (sempre che io abbia letto quel libro: dovrò chiedere alla mia memoria…) sta nel dilemma: cosa significa la chiave senza serratura? Cos’è il dna senza le condizioni favorevoli alla duplicazione? Il simbolo ha vita propria, o è chi lo interpreta che lo rende vivo?
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