Ho passato anni della mia infanzia nella lettura (per lo più clandestina) di libri sulle esperienze di pre-morte e sulla reincarnazione.
Ci sono stati momenti in cui ero talmente sicuro di cosa sarebbe successo e di perché (come mai, poi, un bambino è tanto vicino a tutto questo? Forse gli estremi della vita attraggono di più quanto più si è vicini?) da considerare l’argomento archiviabile. Non c’erano più misteri in questa complicata faccenda della vita: conservavo con gelosia questa mia sapienza faticosamente acquisita, sapendo che mi sarebbe tornata utile negli anni a venire.
Che colpo quando, crescendo, misi a confronto quello che sapevo con decine di altre fonti, con le opinioni di decine di altre persone… e diventai disilluso, insicuro come tutti gli altri, con nessuna certezza ed una discreta paura addosso.
Ogni tanto viene il dubbio: ma c’è proprio bisogno di metterle a confronto con il mondo, certe convinzioni? Se rinasco, eviterò accuratamente l’argomento. Non ascolterò e, interrogato, parlerò solo di palmizi.
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