Viaggio – 6

Ho camminato sulla riva del mare, facendo strani incontri. Dopo mi sono seduto ed ho guardato le onde, rapito. Un colore più rassicurante di quello di stamane (o era stasera?), e quel suono che sembra di sentire prima di addormentarsi, come se ci fosse una memoria ancestrale che sussurra “Provieni da me”.

E’ passato un uomo, e mi ha fissato ironico mentre sedevo con le gambe incrociate.

«E’ così bello, eh? Eppure non ci vieni mai, qui. Come non sei venuto tutte le volte che ti ho proposto di andare su in campagna, a respirare i fiori e guardare le ciliegie.»
«Se si fosse trattato solo di ascoltare, guardare e respirare sarei venuto. Sai bene che c’era un secondo fine. Volevi trovare una conferma al tuo modo di vivere. Volevi convincerti che tu sapevi e sentivi cose che a me erano sconosciute.»
«Quante palle, per qualche gita in campagna. Sempre chiuso in quella stanzetta, davanti a quello scatolone, ti perdi tutto il bello della vita. Non sai godere di un tramonto, di un cielo stellato… guarda come sei ridotto. Esiste altro, fuori da quella porta.»
«E’ comodo, per te, pensare che sia tutto così semplice. Che io non sappia sentire come sai tu. Ma io non sono cresciuto in mezzo ai campi come te, ed il mio sentire è diverso. Per te è distorto; per me è naturale.»
«L’uomo è uno solo, la natura è una sola, e tu sei distante da lei. Non ti sei neppure accorto che è primavera inoltrata.»
«Tu credi? Pensi davvero che in me non ci siano quelle voci, solo perché non ne parlo? Io invece penso che tu non vedrai mai la poesia dei lampioni accesi, la sera, non sentirai la musica del centro commerciale, non ascolterai i messaggi che pulsano in una luce al neon»
«Tutte cose fredde, morte, distanti dalla natura e dal giusto ordine delle cose.»
«E tutte cose vicine all’uomo, che pare non essere così naturale come vorresti. Continuo a camminare, ho visto un meraviglioso McDonald laggiù in fondo. Cari saluti.»
«Disgustoso…»
«Grazie del complimento.»

Poveraccio, aveva ragione anche lui. Ma è un gravissimo errore, quello di credermi insensibile. Neppure i macigni sono completamente insensibili; semplicemente, non hanno intenzione di raccontare a tutti quello che provano.

«Non è vero, Giulio?»
«…»

Giulio è proprio un bravo sasso. Un giorno diventerò come lui.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *