Il nucleo della banalità

Un lento reboot.
Il sole è velato:
quando un upgrade?

Ho in testa idee da poterci giocare per sempre, da solo, nella mente. E non sono istruito né fantasioso: i miei giocattoli sono lettere, numeri, aria, acqua, cerchio, umido, ricciolo, fragola, brivido.

Facile comunicare usando tante parole. Ma c’è poesia nell’essenziale.

Una parola di più, ed è noioso; una di meno, ed è banale.

Se è breve, è facile.

Ma come posso dire che un film è “brutto”, se non riesco a descrivere con centomila parole una scrostatura nella tappezzeria?

Commenti

3 risposte a “Il nucleo della banalità”

  1. Avatar munchies

    Mia nonna diceva: “una parola è poca e due son troppe”…

  2. Avatar oracolo

    Ed era saggia. A tratti ho anche detto “Il tao di cui si può parlare non è il vero tao”, o una roba simile – tanto le diverse traduzioni dal cinese di questa frase apparentemente semplice si sprecano, non penso che una versione in più o in meno possa fare la differenza.

    Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus

    Insomma, il linguaggio è ambiguo e scalcinato, ma è l’unico che abbiamo. Occhio a non abusarne, però, ché poi va a finire male.

  3. Avatar munchies

    The first rule of Fight Club is – you do not talk about Fight Club. The second rule of Fight Club is – you DO NOT talk about Fight Club.

    :-)

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