Il mio posto preferito

E’ necessario avere un luogo tutto per sé, dove ritirarsi a meditare quando il mondo si incattivisce.

Io sono pigro, e non ho un luogo simile; o meglio, ce l’ho, ma in testa.

I vantaggi sono che non ci vuole molto a raggiungerlo, è sempre a disposizione, è facilmente espandibile, non fa mai troppo caldo né troppo freddo.

Di svantaggi ce ne sono parecchi: è piuttosto spoglio, e l’arredamento si impoverisce con il diminuire della mie facoltà mentali. Ogni tanto ci sono intrusi che è difficile mandare via.

E’ piuttosto semplice da descrivere: una spiaggia, copia perfetta di una che conosco bene, qui nelle vicinanze, in una di quelle giornate nuvolose estive. Tantissima luce, un lieve senso di malinconia ma non troppo caldo. Lì davanti c’è il mare, calmo come una tavola. La spiaggia è per lo più deserta, ma ogni tanto passa qualcuno di affabile che mi lascia fare quello che mi pare senza fare troppe domande. Di solito mi siedo su di un telo.

Non lontano ci sono delle cabine dove cambiarsi. La mia è una stanza quadrata, parquet in terra, un giardino zen al di fuori&#8230 uno stereotipo brutalmente sottratto alla coscienza collettiva.

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