Conversazione

“La maggior parte delle nostre conversazioni ci vede a confronto con degli interlocutori che non vogliamo ferire e annientare. Eppure vengo catturato a tal punto dal desiderio di aver ragione, dal desiderio di vincere, che per me in questo momento aver ragione è più importante di come ti senti tu. Vincere, aver ragione, appare più importante della mia speranza di ricavarne un insegnamento. Ciò che avrebbe potuto essere un’occasione per imparare dall’altro, per trasmettersi piacere e apprezzamento, per approfondire la nostra relazione, si è mutato in una gara, in una lotta.”

A chi non è capitato? Affronti una conversazione su un argomento già noto con il solito interlocutore, e sai che dovrai fare mille premesse ed usare mille precauzioni per evitare di sbattere contro il muro di gomma che è già stato preparato per ciò che hai da dire. Tanto più deludente quanto più eri orgoglioso dei tuoi nuovi ragionamenti, o quanto più credevi di essere arrivato ad una sintesi che non scontenta nessuno.

Dopo le prime battute passate a studiarsi, i due interlocutori discutono di due cose diverse: ognuno si forma un’idea precisa (e sbagliata) di dove stia andando a parare l’altro, e ascolta solo allo scopo di preparare contromisure.

Ognuno deve rimanere tassativamente della propria idea, poi: la flessibilità viene chiamata mancanza di carattere.

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