Il cattivo, abile nei travestimenti, ha assunto le sembianze dell’eroe con cui sta aspramente lottando.
Entra in scena il fido compagno dell’eroe, armato. Subito il cattivo cerca di sfruttare la confusione: “Sono io quello vero, lui si è camuffato in modo da essere uguale a me!”, urla frenetico al cospetto dell’eroe stupefatto.
Il compagno dell’eroe vacilla, un suo passo falso condannerebbe l’eroe senza appello: tuttavia fa ricorso al suo intuito/olfatto/dispositivo ad alta tecnologia/domanda trabocchetto, e smaschera l’inganno. Il cattivo scappa, urlando “Tornerò!”.
Nel cliché. Nella realtà, un buon 50% dei compagni dell’eroe smascherano il cattivo ma sparano all’eroe perché il travestimento era fatto come si deve, perché il fatto che tutti se la prendano con il cattivo non significa che sia cattivo per davvero e soprattutto perché chi prova a fregare e ci riesce è un gran figo.
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