Chi fa da sé VS L’unione

In accordo con la crescente necessità di saggezza popolare la redazione di Banalità vi offre una concisa ma completa prova comparativa fra due proverbi che sono, oramai da anni, sulla cresta dell’onda: “Chi fa da sé fa per tre” e “L’unione fa la forza”.

“Chi fa da sé fa per tre” è l’esponente più gettonato di una lunga serie di proverbi dinamici, attivi, adatti alle esigenze tanto dello studente quanto del dirigente; con la sua graffiante semplicità è da sempre il più popolare presso chi ha scarsa attitudine alla collaborazione ma non per questo disdegna il lavoro duro.

“L’unione fa la forza” è invece un vecchio classico, e vanta innumerevoli utilizzi nei campi più disparati: dalla politica al sociale alla religione, dall’ambito ingegneristico a quello medico, come strumento educativo ovvero coercitivo.

Entrambi i proverbi rappresentano lo stato dell’arte nella rispettiva categoria, ed è per questo che la nostra breve recensione si concentra su di essi.

Un po’ di storia

Abbiamo frugato nei nostri archivi alla ricerca di una datazione precisa, ma invano; entrambi i proverbi vantano origini antiche, probabilmente legati alle pratiche sessuali.
La storia di “Chi fa da sé fa per tre” è intrecciata alla nascita dell’onanismo, pertanto la sua origine si perde nella notte dei tempi; la recente diffusione di internet ha senz’altro contribuito a renderlo molto attuale.
Altre teorie riconducono “L’unione fa la forza” alle prime pratiche sessuali di gruppo, al bisogno della donna di essere soddisfatta più volte in aperto contrasto con le limitate capacità dei primi ominidi che, sparata una cartuccia, preferivano leggere il giornale.
Da questo punto di vista, dunque, assoluta parità. Se per voi la tradizione è una priorità, andrete comunque sul sicuro.

“Chi fa da sé fa per tre”: 8
“L’unione fa la forza”: 8

Dimensioni

Per numero di parole “Chi fa da sé fa per tre” appare un mammut in confronto al suo antagonista; ben sette parole contro appena cinque. Contare il numero di lettere ci dà una stima più realistica della situazione, e le sedici di “L’unione fa la forza” non sono un gran risparmio rispetto alle diciassette del rivale.
I lettori più scrupolosi e dotati di particolari necessità dovrebbero però considerare che il numero maggiore di parole di “Chi fa da sé fa per tre”, unito all’apostrofo di “L’unione fa la forza” contribuiscono ad una lunghezza percepita molto minore di quest’ultimo, soprattutto nel caso sia necessario scriverlo sui muri dei bagni pubblici e lo spazio sia limitato.
Attenzione anche all’accento sul “sé”; può generare problemi in tutti quei casi in cui non sia possibile o desiderabile utilizzare codifiche ad otto bit.
Potreste trovare sul mercato parallelo anche le versioni con accenti ed apostrofi superflui: “Chi fà da sé fa per tre” o addirittura “L’unione fa’ la forza”. Sono molto popolari tra i giovani ma non ci sentiamo di consigliarle per la sgrammaticatura evidente.

“Chi fa da sé fa per tre”: 7
“L’unione fa la forza”: 8

Musicalità

Il chiaro vincitore, qui, è “Chi fa da sé fa per tre”. Parole corte, dirette; una rima interna (sebbene trita) ed una ripetizione. Facile da memorizzare.
“L’unione fa la forza” ha un ritmo lento, imponente, che però non si adatta ad ogni esigenza. Idealmente potreste scolpire le parole di “Chi fa da sé fa per tre”, incolonnate, su uno stuzzicadenti; provateci con “L’unione fa la forza” e vi ritroverete in mano solo schegge di legno.

“Chi fa da sé fa per tre”: 8
“L’unione fa la forza”: 6

Significato letterale

In questo ambito la competizione è più bilanciata.

“Chi fa da sé fa per tre”: per chi? Per tre? E chi sono? Chi fa da sé non fa per sé, per definizione?
Se superiamo il pantano lessicale, rimane la curiosità: perché proprio per tre? Reminiscenze di stampo Wicca? Perché non per dieci, vista la recente diffusione di questa base numerica, o perché non addirittura “per mille”?
Ci rimane in bocca quel retrogusto amaro del chinotto dolcificato all’aspartame. Non è questione di esagerare, ma di trasmettere il concetto in modo chiaro e – è forse un delitto? – pubblicitario.
Si fosse detto “fa per due” saremmo rimasti nel campo del realismo ed il consumatore avrebbe apprezzato la franchezza. Ma “per tre” non è realistico, quindi tanto vale esagerare. Quel tre suona economico, quasi una replica a basso costo.
Buono, invece, il “fa” senza specificare cosa; l’impressione che se ne ricava è che il campo di applicazione del proverbio sia molto vasto, che non importa cosa si possa voler fare: si trarrà comunque un giovamento di qualche tipo.

“L’unione fa la forza”: in primo luogo, l’unione di chi o di cosa? Là, la genericità del “fa” era un punto di forza; qui, questa imprecisata “Unione” lascia il tempo che trova.
Cosa dovremmo unire? I puntini numerati con un tratto di penna? I peni, in segno di reciproca stima?
Di certo non le forze, perché è l’unione che fa la forza, non le forze che fanno l’unione che fa la forza (lapalissiano).
Ed una volta fatta la forza, dove dovremmo applicarla? Per fare del bene, per fare del male?
Si mostra il fianco ad interpretazioni fosche, laddove per “forza” si intenda la prevaricazione e non la generica forza costruttiva. Persino i nazisti avrebbero potuto dire “L’unione fa la forza” e nessuno avrebbe avuto niente da obiettare (per l’incastro linguistico, non tanto perché fosse difficile obiettare). E prima o poi, lo sappiamo, i nazisti invadono qualunque discussione.

“Chi fa da sé fa per tre”: 5, per i materiali scadenti
“L’unione fa la forza”: 4, per l’ambiguità

Conclusioni

Lasciamo che siano i numeri a parlare; la media dei parametri considerati è, rispettivamente:

“Chi fa da sé fa per tre”: 7
“L’unione fa la forza”: 6,5

Voti tutto sommato rispettabili, la cui lieve disparità metterebbe a disagio chi volesse affermare una schiacciante supremazia dell’uno o dell’altro; la scelta del più adatto passa per le esigenze del lettore.
Non è da sottovalutare la possibilità che si affaccino sul mercato alternative economiche o migliorate: ci stupisce non aver visto ancora nessuno investire in un “Chi fa da sé fa per trenta” piuttosto che in un “Il numero fa la forza”, carico di connotazioni tecniche molto utili in un mondo in cui il digitale la fa da padrone.

Allo stato attuale delle cose ci sentiamo di consigliare cautela nell’acquisto. Quando possibile chiedete di poter provare per qualche giorno l’articolo, per non dovervi poi trovare nell’imbarazzante situazione di avere lo strumento meno adatto.

Prendete altresì in considerazione l’idea di investire in entrambi, poiché i campi di applicazione non si intersecano per definizione: “da sé” non è quasi mai un’”unione”, a meno che non stiate facendo un acquisto per conto della vostra azienda. In quest’ultimo caso è conveniente sfruttare gli sconti destinati ad enti di una certa dimensione.

Si ringrazia Matteo per lo spunto.

Commenti

5 risposte a “Chi fa da sé VS L’unione”

  1. Avatar Imizael

    eh, insomma, tantè che alla fine non so quale scegliere. E le implicazioni socio-evolutive dove le mettiamo? che chi fa da sè fa per tre palesemente incita ad un’inclinazione solitaria e classista, mentre l’unione fa la forza spinge con vigore verso un’evoluzione più sociale della faccenda, e quindi una perpetrazione della specie.

  2. Avatar oracolo

    Ti dirò; ci ho pensato, ma poi mi sono aderito.

  3. Avatar Avio
    Avio

    Completamente d’accordo con le pagelle finali. Oddio, magari io sarei stato un po’ piu’ lasco sui voti…

    Vorrei spezzare un’arancia in favore del candidato numero due. E’ stato in auge per ben quarant’anni ai tempi della guerra fredda (ovviamente, all’epoca, l’Unione che faceva la forza era quella Sovietica). Ha anche ispirato notevoli scoperte nella fisica delle alte energie… In principio questa “forza” che veniva fatta dall’unione non si capiva bene cosa fosse, poi sono state avanzate ipotesi sulla possibilita’ della fusione nucleare, ed e’ diventato chiaro che tale forza era in realta’ la forza “nucleare forte”.

    Insomma… questo proverbio ha rappresentato l’ago della bilancia nell’equilibrio di potere dello scorso secolo. Portiamogli rispetto!

  4. Avatar g

    Secondo questa fonte “reminescenza” non esiste, a favore invece di “reminiscenza”. Ma il tutto dipende dal peso specifico della crusca a casa tua.

  5. Avatar oracolo

    Eh, ha un peso piuttosto elevato… accipicchia, siam caduti in una mia lacuna!

    Provvedo a ripristinare l’ordine dell’universo, e memorizzo per il futuro.

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