Completely Automated Public Turing test to tell Computers and Humans Apart.
Ogni volta che, durante la registrazione al Sito Figo del Momento, digitiamo le lettere distorte e colorate – e sbagliamo più del previsto: sarà un 1, una I o una l? – veniamo sottoposti ad un test di Turing completamente automatizzato, volto a capire se siamo uomini o programmi che si iscrivono al solo scopo di rompere le scatole al prossimo. L’assunto è che per il malvagio bot sia facile generare dati anagrafici a caso; molto meno leggere lettere distorte. Gianni, come si fa a non essere ottimisti?
Se fate colazione a pane e Blade Runner ricorderete che, all’inizio del film, l’androide sottoposto al test andava in forte sbattimento; non succede ai programmi che una volta su cinque riescono a leggere i captcha di Google, registrando indirizzi @gmail.com da cui poi inondarci le caselle di posta con annunci su come trovare il partner sessuale più vicino.
Pare proprio, quindi, che le lettere distorte non siano più sufficienti. Una percentuale di successo del 20% per un bot è elevatissima: prova finché non ce la fa e non vuole neppure gli straordinari.
Ma l’uomo è creativo! Non solo inventa modi sempre più sadici per massacrare l’alfabeto e stiracchiarlo sino ai confini dell’universo, ma per capire se dietro alla tastiera ci sia o meno un cervello è disposto persino a
- Farci discriminare tra micetti e cagnolini (prova questa, stupido bot!)
- Farci trovare la parola chiave che accomuni una serie di immagini
- Farci riconoscere lettere in ASCII art
- Farci calcolare integrali, derivate, radici di polinomi… (!)
- Sottoporci testi su cui i programmi di OCR hanno già fallito. La cosa ha persino una sua utilità sociale, dal momento che rispondendo al test contribuiamo alla digitalizzazione di libri.
[ via Coding Horror ]
Aggiornamento: menzione d’onore
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