Una nota a margine: non esiste un modo giusto di vedere un sito web. Se i caratteri vi appaiono troppo piccoli, ingranditeli girovagando nell’apposito menù di cui ogni browser decente è dotato. Siete voi i padroni della vostra visualizzazione e dei vostri occhi. Inoltre potreste aver bisogno di ingrandire o rimpicciolire i font per godere appieno (!) di queste quantomai noiose considerazioni:
mi fanno notare che non è poi così difficile scrivere righe che terminino ad una colonna specifica (come in questo caso, ogni riga conta proprio cinquantaquattro caratteri, non uno di più, non uno di meno). Ma a che può servire una cosa simile, potrebbe venire in mente di chiedere? A parte un innegabile vantaggio estetico (difatti quale giustificazione può essere migliore di questa? Non ci sono calcoli da fare: usando un font a spaziatura fissa, il testo riempie alla perfezione un rettangolo), possiamo meditare ancora una volta sulla creatività, su come essa viva di vincoli e sia nemica della prigionia quanto della libertà. Tempo fa, mi fu insegnato un gioco da un professore illuminato, razza preziosa e difficile da trovare: ci si muniva di dado a sei facce opportunamente modificato, ed usandolo si doveva scrivere un componimento in prosa. Ogni faccia richiamava un elemento grammaticale: il dado decideva sostantivo, e si doveva usare un sostantivo. Decideva verbo, e si era costretti ad inserire un'azione. Pare un gioco cretino, ma rileggendo il frutto del proprio sforzo contro le leggi del caso si veniva premiati da una forma particolare, sempre diversa dal nostro modo di scrivere abituale (e ci mancherebbe!) ed in alcuni casi curiosamente migliore. Come se la natura volesse premiare chi asseconda le leggi della vita, che lotta e lotterà eternamente per mutar ostacoli in sostegni.
Altre volte veniva una schifezza, il giochino. Ma i giochi sono così.
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