Certi memi bighellonano solitari per anni, per poi assalirti contemporaneamente da più direzioni senza alcun preavviso – oddio, questo in particolare mi ha mandato un sms la settimana scorsa, ma devo averlo cestinato senza leggerlo.
L’idea è l’estensione della memoria utilizzando dispositivi esterni. Non stiamo parlando di aggiungere un altro giga di ram, ma di considerare i computer o la rete come una naturale estensione della nostra mente.
Albus Silente riversa tutto in un pensatoio, e consulta all’occorrenza; io segno le ordinazioni al ristorante sul cellulare (incurante delle reazioni di profondo compatimento che suscito), i personaggi di Hyperion hanno un comlog tramite il quale entrano in contatto con una vasta rete di informazioni. La differenza tra i loro impianti ed il mio è unicamente nei tempi d’accesso, a ben vedere.
La vignetta di oggi di xkcd mostra un possibile effetto collaterale, mentre Wired ha un approccio più tragico alla questione.
Delegare continuamente il compito di memorizzare ad ammennicoli vari non può che indebolire la memoria, immagino e sperimento – quando ero un bimbo pacioccoso conoscevo a memoria decine di numeri di telefono, adesso anche ricordare la targa della macchina è uno sforzo non indifferente. Ed è ironico che una discreta quantità di quei numeri di telefono, per lo più quelli più inutili, siano ancora saldamente piantati da qualche parte nella mia testa.
La differenza tra memoria a lungo ed a breve termine è una scoperta molto recente. Memento (un film da vedere solo quando si ha una certa dose di concentrazione da investire nell’intrattenimento) ha delle solide basi reali: National Geographic ci sollazza per sei pagine con la curiosa storia di due individui agli estremi opposti della memoria. Un uomo che, come il protagonista del film, è dotato solo di memoria a brevissimo termine ed una donna che, al contrario, ricorda con precisione tutti gli avvenimenti di tutti i giorni di tutti gli anni precedenti. E non ne è molto soddisfatta, come forse si può immaginare.
La mappa interattiva (multimediale, internet, web 2.0) delle zone cerebrali preposte alla memoria potrà farci passare qualche ora di spensierato svago con i nostri amici e familiari.
Pare che la mnemotecnica fosse un’arte già conosciuta ed apprezzata anche ai tempi del signor Cicerone, tra l’altro. All’epoca una memoria prodigiosa era requisito indispensabile per essere un buon uomo di scienza.
Meno male che non sono un uomo di scienza.
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