Il colpevole

Le cose possono andare male, e talora lo fanno. Si ricorda meglio una caduta in bicicletta di decine di kilometri privi di intoppi (e di questo possiamo ringraziare l’esperienza ed il suo modo di operare).

Poiché a pochi piacciono le situazioni spiacevoli, un collaudato meccanismo di difesa ci guida verso le cause del disastro nella speranza di non perseverare nell’errore. Dicono sia diabolico.

Il meccanismo è collaudato, e spesso funziona. In altri casi viene influenzato da altri fattori, e la smania di cercare un colpevole porta ad eleggere un capro espiatorio. Ciò non è direttamente un male, se non per il capro.

“Il legame causa-effetto è bello quando è stretto”, diceva Arnaldo. E’ lecito che io inveisca contro chi ha lasciato un pattino davanti alla porta di casa mia, facendomi inciampare; inveire contro chi ha acquistato il pattino è forzato, inveire contro i costruttori di pattini è ridicolo.

La dura realtà è che spesso non c’è un colpevole, e non c’è nessuno con cui prendersela.

Anche quando il colpevole esiste, bisognerebbe applicare il rasoio di Hanlon. La stupidità altrui è fastidiosa, ma trovo di gran lunga più fastidioso sottostimare la propria.

La messa è finita, andate in pace.

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